La Copertina di GIOIA NERA, il nuovo CD dei PROZAC+
Un pò di recensioni, rassegna stampa e siti web su Gioia Nera

A cura di RICO BARBU:
Su Rocksound di maggio/giugno a pagina 89 c'è una recensione su Gioia Nera. L'ho scannerizzata, quindi se ci sono errori è colpa dello scanner!

I Prozac+ sono uno di quei gruppi che puoi solo amare o odiare; le mezze misure non esistono. La forza del trio di Pordenone sta tutta nella sua capacità di scrivere canzoni semplici ed efficaci, dalle melodie e dai ritornelli che entrano subito in testa all'ascoltatore. "Gioia nera" non sfugge ovviamente alla regola ma si segnala per una certa sperimentazione in sede di composizione da parte del gruppo. Infatti, alcuni inserimenti elettronici danno un taglio più "oscuro" alle canzoni, creando atmosfere vicine al dark in voga negli anni 80. Perdipiù queste "nuove" sonorità ben legano con le abituali tematiche affrontate da Gian Maria. Colpiscono subito le varie "Tacchi a spillo", "Se non ci fossi più", la title-track e l'atipica "Sono un'immondizia" (quest'ultima cantata dallo stesso GM), così come il primo singolo "Luca", che si colloca nella migliore tradizione del gruppo, con l'inconfondibile cantato di Èva in bella evidenza. Da segnalare anche la versione in chiave acustica di "Stonata", brano presente nel terzo album dei tre, mentre chiude l'album "Fai da te", una traccia scomposta in cui le basi sono campionate ma non assemblate, così da permettere ai fan di creare una propria versione personalizzata. "Gioia nera" merita sicuramente di essere ascoltato più volte prima di emettere un frettoloso giudizio. Si tratta in effetti del miglior disco dei Prozac+ dai tempi di "Acidoacida". DANIEL C. MARCOCCIA
TRascritto da
==> RICO+ <==


F uzzy: Tutto di Giugno

SONO DIECI ANNI CHE I PROZAC+ STANNO SULLA SCENA. AL LORO ESORDIO, ERANO PERFINO TROPPO BELLI PER ESSERE VERI: ASSAI "STILOSI" MA ANCHE MOLTO ROCK'N'ROLL. Il perfetto punto d'incontro tra pop e punk. Dieci anni: nel frattempo, una bella fetta del loro pubblico ha avuto tutto il tempo di diventare adulto. Suona strano, visto che ciò in cui i Prozac+ sono stati e sono
La musica è gioia (nera)
Dodici nuovi brani tra elettronica e rock'n'roll: ecco Gioia nera (qui sopra, la copertina), il nuovo album firmato Prozac+.
bravissimi è proprio il raccontare storie "adolescenti", di ragazzi e ragazze colti in una delicata fase di passaggio e di presa di coscienza dei propri desideri. «E proprio quello a renderci universali», dicono Gianmaria ed Èva, «-perché oggi quella fase di transizione non è più limitata all'adolescenza. Qualcuno a diciott'anni ha un figlio, mentre altri a quaranta vivono ancora con i genitori». Il solito rock'n'roll che ti salva la vita, insomma, o che almeno prova a renderla più sopportabile. Per i Prozac+, crescere ha significato «.avere a che fare con il successo, quello che tifa vendere 200.000 copie di un disco come Acido Acida Allora, da un giorno all'altro, vedi che la gente ai concerti cambia: ci sono quelli che hanno sentito il pezzo alla radio,
mentre magari chi ti aveva seguito fino a quel momento ti lascia perché pensa che ti sei "venduto". Sono cose con cui impari a convivere». Esattamente come gli alti e i bassi che, inevitabilmente, si succedono, quando devi continuare a credere in te stesso anche se l'interesse intorno a te diminuisce. «Noi però abbiamo avuto la forza di continuare, scrivendo canzoni che vanno dritte al cuore delle cose. Il nuovo album Gioia Nera è nato così, senza pensarci troppo. Sei mesi fa avevamo tre pezzi, e arrivavamo da una pausa durata quasi un anno. Non che ci fossimo sciolti, ma ognuno si era fatto gli affari suoi, senza preoccuparsi di scrivere e suonare. Poi ci siamo resi conto che questo periodo stava durando un po' troppo, così ci siamo detti: "Okay, è il momento di ricominciare".
Abbiamo portato alla casa discografica gli unici tre pezzi di cui esistevano dei provini, e ci siamo dati una scadenza impossibile, considerando che non avevamo nient 'altro: consegnare l'album entro cinque mesi». Missione compiuta, alla fine, addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia, e con la novità di una spruzzata di elettronica nei suoni. «Usiamo l'elettronica
come potevano usarla ceni gruppi dark new-wave Anni 80, tipo i Sisters Of Mercy. Ad esempio abbiamo inserito una vecchia batteria
elettronica: suona un po' artificiale, come tutte quelle di prima generazione, ma si sposa bene con il nostro rock». Sembrano sereni, alla fine, i Prozac: sono diventati adulti? «Ora vogliamo solo stare sereni, suonare e basta. E la prima volta in tutta la nostra vita che o sentiamo così, e ce la godiamo tutta!*.

http://www.musicaitaliana.com/:
I Prozac+ presentano 'Gioia nera': 'Abbiamo aperto il nostro rock all’elettronica'

Quinto album per i Prozac+, che in questi giorni pubblicano “Gioia nera”. In vena di arricchire il proprio sound, il trio di Pordenone (Eva, Gian Maria ed Elisabetta) ha disseminato l’album di sonorità e atmosfere che rimandano direttamente al movimento elettronico dark degli anni ’80, non rinunciando ovviamente alle sfuriate punkeggianti delle chitarre elettriche. “Non vorremmo essere fraintesi con terminologie o paragoni fuorvianti. L’elettronica che abbiamo inserito è quella di gruppi come i Sister Of Mercy, che non si può considerare una band prettamente elettronica: facevano un uso dell’elettronica come lo farebbe un gruppo rock, con drum machine dal vivo. In questo senso anche noi siamo elettronici”. L’esigenza di questo mondo sonoro è arrivata in modo spontaneo, non certo per colmare eventuali carenze degli album precedenti. “Quando inizi a scrivere cose nuove ti fai prendere da ciò che ti piace in quel momento. A noi è piaciuto rifarci al sound di fine anni ’80, cosa che adesso, soprattutto a livello internazionale, sembra andare molto. Questo però non significa che seguiamo le mode”. La prima impressione, ascoltando il disco, è che manchi però un pezzo forte, trainante, il singolone alla “AcidoAcida” insomma. “Strano, per noi l'album è pieno di hit. ‘AcidoAcida’ ha funzionato perché 200mila persone l’hanno considerata una hit, ma nessuno di noi aveva composto quella canzone premeditando che avrebbe spopolato. Non cerchiamo forzatamente di comporre la hit del momento, altrimenti non si parla più di creatività, ma di ostentare le cose che funzionano. Noi facciamo soltanto quello che ci piace”. Sembrerebbe quasi che ai Prozac+ non interessi il riscontro delle vendite e del pubblico. “No, anzi, diventa fondamentale nel momento in cui quello che fai piace al pubblico, ma non quando cerchi di fare ciò che potrebbe piacere al pubblico, altrimenti faresti meglio a cambiare mestiere…”. Entrando nello specifico delle canzoni, Eva si dichiara affezionata, fra tutte, a “Sono un’immondizia”, “Una farfalla nera in sogno” e “Occhi a spillo”, che il trio di Pordenone avrebbe voluto fosse il singolo, al posto di “Luca”. “‘Occhi a spillo’ è un pezzo dove quel tipo di elettronica alla Sister Of Mercy, della quale stavamo parlando prima, emerge in maniera evidente. Addirittura la batteria elettronica che abbiamo inserito è forse la stessa che usavano loro, una Doctor Rhythm, e anche i pattern ritmici ricordano molto la musica degli anni ’80. Non volevamo certo fare i Daft Punk… La nostra casa discografica ha invece ritenuto più fruibile come brano di lancio ‘Luca’”. Il testo parla di una persona che esiste davvero, un amico di Gian Maria. “A chi potrebbe pensare che abbia voluto strumentalizzare il malessere e il disagio di questa persona, si sbaglia, perché è stata scritta col cuore, con amore. Ma mi sento troppo in imbarazzo a parlarne e fornire troppe coordinate”. “Sono un’immondizia” è invece presente in due versioni, in due vesti differenti ma neanche poi così distanti. “E’ nata di notte, in cinque minuti. E’ una delle tante sfaccettature del nostro mondo, delle sensazioni e storie che raccontiamo”. In scaletta c'è anche una versione acustica di “Stonata”, già presente nell’album “3 Prozac+”. “Ad un concerto di beneficenza di qualche mese fa avevamo proposto le versioni acustiche di tre nostri pezzi. Ci era piaciuto il risultato e abbiamo scelto quello che sembrava più opportuno da inserire in questo disco. Secondo noi è riuscita benissimo”. La traccia conclusiva, invece, è una sorta di sfida: è una canzone scomposta in cui le basi sono campionate ma non assemblate, proposte separatamente per dare la possibilità agli appassionati di cimentarsi nella creazione di una versione personalizzata. “Praticamente sono pezzi di una canzone che non esiste ancora. Scaricando i software appropriati da Internet, si ha la possibilità di costruire la propria canzone. C’è un giro di basso, uno di chitarra, delle linee vocali, il tutto con un’idea armonicamente e ritmicamente assimilabile. Ci sarà anche una specie di concorso che lanceremo sul nostro sito: la versione più bella vincerà qualcosa. E’ un’operazione che all’estero avranno sicuramente già testato, in Italia non l’abbiamo mai vista, forse solo nel mondo della musica dance”. Provando a fare un bilancio sulla vostra carriera, quale album consigliereste a chi non ha mai sentito una canzone dei Prozac+? “Sicuramente quest’ultimo. Se un artista non consigliasse l’ultimo lavoro che ha fatto, sarebbe meglio che non l’avesse fatto… vuol dire che non ne è soddisfatto. Il giorno in cui faremo una raccolta, consiglieremo quella, in modo da cogliere le nostre varie sfaccettature. Abbiamo sempre trovato belli tutti i nostri dischi, e non lo diciamo per retorica. Ne siamo sempre stati orgogliosi”. E volgendo lo sguardo alla discografia italiana, vi sentite parte della cosiddetta scena italiana del nuovo rock? “Quale scena? In Italia il rock non è considerato poi molto, non c’è alcuna scena… Sì, se intendi quella del ‘Tora! Tora!’ possiamo dire che c’è fisicamente, ma il grande pubblico non sa nemmeno che esiste. Quando accendi radio e tv senti soltanto musica pop. Forse sei o otto anni fa questa scena stava prendendo un po’ di spazio fra i media importanti, ma ora proprio no… Ci sono molte cose valide, esistono, ma vengono un po’ trascurate e seguite soltanto da pochi appassionati. Chissà quanta gente che non conosce questo mondo musicale, ascoltandolo, ne rimarrebbe folgorata. E invece passano sempre le solite robe, come si dice: le certezze”. Come scegliete quali pezzi deve cantare Eva e quali Gian Maria? “Lo decidiamo quando proviamo. Andiamo per tentativi: quando non viene bene con la voce di Eva, tento di cantarla io, e se soddisfa tutti manteniamo il cantato maschile”. Per concludere: una buona ragione per comprare “Gioia nera”? “Ti diamo la risposta più scontata: perché è bello. Se un gruppo uscisse oggi con un disco così, dopo aver ascoltato il singolo in radio, a noi verrebbe la curiosità di scoprire com’è il resto dell’album, e lo compreremmo. ‘Gioia nera’ ci piace perché è molto vario”.

FUZZY : Rumore di Giugno
L'onda degli anni ottanta ha contagiato anche il terzetto friulano, cosa che traspare chiaramente dagli scuri giri di basso, dall'uso di certa elettronica e da alcune melodie dissonanti. Le tracce che più si scostano dai consueti canoni prozachiani sono Più niente, le due versioni di Sono un'immondìzia e Una farfalla nera in sogno. La maturazione e la coerenza vanno riconosciute, anche se la seconda a tratti suona eccessiva riciclandosi e autoclo-nando la prim'ora del gruppo. E' il caso del primo singolo scelto (Luca), di Se non ci fosse più, di Gioia nera e di Questa sono io. Acustica stonata, versione unplugged di un brano già con­tenuto in 3 Prozac +, ripiomba banalmente nel medesimo problema. Nel complesso un disco radiofonico e gradevole. Loro malgrado, si tratta di rock di attitudine ludica anche se più approfondito rispetto al passato. L'ingenuità dei testi continua a farsi sentire. Affermare che "si è fatti così" non basta a spostare l'attenzione.

http://intrattenimento.msn.it/musica/prozac/default.asp:

PROZAC +
GIOIA NERA
Per il loro ultimo lavoro "Gioia nera" i Prozac + hanno scelto di avvicinarsi al mondo dell'elettronica. Le sonarità dell'album prendono spunto infatti dalle atmosfere del movimento elettronico dark degli anni '80 rivisitate naturalmente in stile Prozac +.
"Gioia nera" è un viaggio alla ricerca del "buono" nel "cattivo" attraverso i sentimenti e l'inquietudine dell'essere. Da qui nascono "Occhi a spillo", "Sono un'immondizia", "Mi mandi fuori" e "Gioia nera".
Tra i 12 brani che compongono la scaletta è stata inserita la versione acustica di "Stonata", un brano già edito nel 2000 tratto da "3 Prozac+", il terzo album del gruppo.
Originale e interessante infine l'idea che ha dato vita a "Fai da te", una traccia scomposta in cui le basi sono campionate ma non assemblate per dare la possibilità agli appassionati di cimentarsi nella creazione di una versione personalizzata.
Completano l'album "Luca", primo singolo, "Se non ci fosse più", "Una farfalla nera in sogno", "Dove sei", "Più niente" e "Sono così".'

http://www.rockol.it/news.php?idartista=5043

I Prozac+ presentano 'Gioia nera': 'Abbiamo aperto il nostro rock all'elettronica'

Quinto album per i Prozac+, che in questi giorni pubblicano “Gioia nera”. In vena di arricchire il proprio sound, il trio di Pordenone (Eva, Gian Maria ed Elisabetta) ha disseminato l'album di sonorità e atmosfere che rimandano direttamente al movimento elettronico dark degli anni '80, non rinunciando ovviamente alle sfuriate punkeggianti delle chitarre elettriche. “Non vorremmo essere fraintesi con terminologie o paragoni fuorvianti. L'elettronica che abbiamo inserito è quella di gruppi come i Sister Of Mercy, che non si può considerare una band prettamente elettronica: facevano un uso dell'elettronica come lo farebbe un gruppo rock, con drum machine dal vivo. In questo senso anche noi siamo elettronici”. L'esigenza di questo mondo sonoro è arrivata in modo spontaneo, non certo per colmare eventuali carenze degli album precedenti. “Quando inizi a scrivere cose nuove ti fai prendere da ciò che ti piace in quel momento. A noi è piaciuto rifarci al sound di fine anni '80, cosa che adesso, soprattutto a livello internazionale, sembra andare molto. Questo però non significa che seguiamo le mode”. La prima impressione, ascoltando il disco, è che manchi però un pezzo forte, trainante, il singolone alla “AcidoAcida” insomma. “Strano, per noi l'album è pieno di hit. ‘AcidoAcida' ha funzionato perché 200mila persone l'hanno considerata una hit, ma nessuno di noi aveva composto quella canzone premeditando che avrebbe spopolato. Non cerchiamo forzatamente di comporre la hit del momento, altrimenti non si parla più di creatività, ma di ostentare le cose che funzionano. Noi facciamo soltanto quello che ci piace”. Sembrerebbe quasi che ai Prozac+ non interessi il riscontro delle vendite e del pubblico. “No, anzi, diventa fondamentale nel momento in cui quello che fai piace al pubblico, ma non quando cerchi di fare ciò che potrebbe piacere al pubblico, altrimenti faresti meglio a cambiare mestiere…”. Entrando nello specifico delle canzoni, Eva si dichiara affezionata, fra tutte, a “Sono un'immondizia”, “Una farfalla nera in sogno” e “Occhi a spillo”, che il trio di Pordenone avrebbe voluto fosse il singolo, al posto di “Luca”. “‘Occhi a spillo' è un pezzo dove quel tipo di elettronica alla Sister Of Mercy, della quale stavamo parlando prima, emerge in maniera evidente. Addirittura la batteria elettronica che abbiamo inserito è forse la stessa che usavano loro, una Doctor Rhythm, e anche i pattern ritmici ricordano molto la musica degli anni '80. Non volevamo certo fare i Daft Punk… La nostra casa discografica ha invece ritenuto più fruibile come brano di lancio ‘Luca'”. Il testo parla di una persona che esiste davvero, un amico di Gian Maria. “A chi potrebbe pensare che abbia voluto strumentalizzare il malessere e il disagio di questa persona, si sbaglia, perché è stata scritta col cuore, con amore. Ma mi sento troppo in imbarazzo a parlarne e fornire troppe coordinate”. “Sono un'immondizia” è invece presente in due versioni, in due vesti differenti ma neanche poi così distanti. “E' nata di notte, in cinque minuti. E' una delle tante sfaccettature del nostro mondo, delle sensazioni e storie che raccontiamo”. In scaletta c'è anche una versione acustica di “Stonata”, già presente nell'album “3 Prozac+”. “Ad un concerto di beneficenza di qualche mese fa avevamo proposto le versioni acustiche di tre nostri pezzi. Ci era piaciuto il risultato e abbiamo scelto quello che sembrava più opportuno da inserire in questo disco. Secondo noi è riuscita benissimo”. La traccia conclusiva, invece, è una sorta di sfida: è una canzone scomposta in cui le basi sono campionate ma non assemblate, proposte separatamente per dare la possibilità agli appassionati di cimentarsi nella creazione di una versione personalizzata. “Praticamente sono pezzi di una canzone che non esiste ancora. Scaricando i software appropriati da Internet, si ha la possibilità di costruire la propria canzone. C'è un giro di basso, uno di chitarra, delle linee vocali, il tutto con un'idea armonicamente e ritmicamente assimilabile. Ci sarà anche una specie di concorso che lanceremo sul nostro sito: la versione più bella vincerà qualcosa. E' un'operazione che all'estero avranno sicuramente già testato, in Italia non l'abbiamo mai vista, forse solo nel mondo della musica dance”. Provando a fare un bilancio sulla vostra carriera, quale album consigliereste a chi non ha mai sentito una canzone dei Prozac+? “Sicuramente quest'ultimo. Se un artista non consigliasse l'ultimo lavoro che ha fatto, sarebbe meglio che non l'avesse fatto… vuol dire che non ne è soddisfatto. Il giorno in cui faremo una raccolta, consiglieremo quella, in modo da cogliere le nostre varie sfaccettature. Abbiamo sempre trovato belli tutti i nostri dischi, e non lo diciamo per retorica. Ne siamo sempre stati orgogliosi”. E volgendo lo sguardo alla discografia italiana, vi sentite parte della cosiddetta scena italiana del nuovo rock? “Quale scena? In Italia il rock non è considerato poi molto, non c'è alcuna scena… Sì, se intendi quella del ‘Tora! Tora!' possiamo dire che c'è fisicamente, ma il grande pubblico non sa nemmeno che esiste. Quando accendi radio e tv senti soltanto musica pop. Forse sei o otto anni fa questa scena stava prendendo un po' di spazio fra i media importanti, ma ora proprio no… Ci sono molte cose valide, esistono, ma vengono un po' trascurate e seguite soltanto da pochi appassionati. Chissà quanta gente che non conosce questo mondo musicale, ascoltandolo, ne rimarrebbe folgorata. E invece passano sempre le solite robe, come si dice: le certezze”. Come scegliete quali pezzi deve cantare Eva e quali Gian Maria? “Lo decidiamo quando proviamo. Andiamo per tentativi: quando non viene bene con la voce di Eva, tento di cantarla io, e se soddisfa tutti manteniamo il cantato maschile”. Per concludere: una buona ragione per comprare “Gioia nera”? “Ti diamo la risposta più scontata: perché è bello. Se un gruppo uscisse oggi con un disco così, dopo aver ascoltato il singolo in radio, a noi verrebbe la curiosità di scoprire com'è il resto dell'album, e lo compreremmo. ‘Gioia nera' ci piace perché è molto vario”.

http://www.rockol.it/recensione.php?idrecensione=2771
Recensire gli album dei Prozac+ è difficile. Si rischia di scrivere sempre le stesse cose: lo stile di scrittura di Gian Maria Accusani, ripetitivo ma indubbiamente efficace, la bella voce di Eva, l'eredità pop-punk di gente come i Buzzcocks e così via. Stavolta però le cose sembrano cambiate: "Gioia nera" viene presentato come una parziale sterzata verso un suono più elettronico del solito, figlio di certa new wave dark degli anni 80 più che dei soliti padri punk. Vero, ma si tratta più o meno di una riverniciata che non cambia radicalmente la sostanza del gruppo. Basta ascoltare l'iniziale "Occhi a spillo" per riconoscere subito il gruppo, anche se l'arrangiamento fa pensare più ai Placebo che a un gruppo punk. L'elettronica? C'è, ma serve giusto ad aggiungere qualche sfumatura perché la base fondamentale del suono resta ancorata alla classica combinazione di chitarra, basso e batteria. C'è qualche chitarra acustica in più ("Acustica stonata"), arrangiamenti un po' più elaborati del solito e un gadget carino per i fans in chiusura dell'album (“Fai da te”, parti che possono essere assemblate in proprio da chi compra il CD), ma la sostanza non cambia. Il fatto che i Prozac+ girino tutto sommato intorno ai soliti accordi continua comunque a non essere un problema. Le melodie scritte dal leader continuano ad avere il pregio di farsi ricordare immediatamente, una qualità poco diffusa nella scena rock italiana. Inoltre, Gian Maria è migliorato come cantante e finalmente i suoi pezzi (le due versioni di "Sono un'immondizia" – una ripetizione non indispensabile - e "Più niente") reggono l'alternanza con Eva. Insomma, tutto in regola, una volta fatta l'abitudine ai toni più enfatici del solito. Quello che non quadra molto è la fedeltà del gruppo a temi esistenziali da post-adolescenti. Niente di male, visto che è il mondo in cui si muove da anni un bel pezzo della scena rock, ma gli anni passano e i Prozac+ rischiano di non essere più molto credibili nei panni dei giovani non allineati. Potrebbe essere arrivato il momento di trasformarsi in adulti non allineati…

http://www.passionealternativa.com/gioianera.htm
Recensione: Dopo tante polemiche e molte ingenuità passate, i Prozac + ritornano a far parlare con l'uscita del loro quinto album ufficiale, "Gioia Nera". Dopo l'uscita del disco "Acido/Acida", e sopratutto dopo il grande successo ottenuto con i singoli di quel lavoro, la band sembrava essere caduta nel cosiddetto mondo del decadentismo, molto vicino a quello più pragmatico del dimenticatoio, niente più album in classifica, niente più ospitate in vari programmi musicali italiani, una vera discesa ripida e involuta. Ora i Prozac +, hanno cambiato un pò tutto il loro repertorio, dando più spazio inevitabilmente da altri stacchi sonori, lontani anni e anni dai ritornelli stupidi e insensati di parecchi tempi fa. Maturati o non maturati, sono cambiati, e questo per loro non può che rappresentare un bene, almeno in questo presente. Poco punk, molto rock improvvisato, pieno di parecchie alchimie ottocentesche, caratterizzate da pompate dark in puro stile anni '80, alla Depeche Mode per intenderci. Svestiti i panni dei trasgressivi più voluti e ostinati, oggi i Prozac +, sembrano fare una musica seria, vera, senza tante armonie costruite e fantasticate, oggi sembrano a tutti gli effetti un vero e proprio gruppo, con uno stile personale e poliglotta. "Gioia Nera", è un modo come un altro, per esprimere al mondo le tante malvagità di questi tempi, per dettagliare e catalogare i vari insulti di una vita troppo breve, di una vita piena di stenti, è un titolo come un altro, ma pieno di volanti emanazioni terrene. Atteggiamenti rock, su precipitazioni elettroniche, psichedeliche, affascinanti e provocanti come da sempre erette, stimolanti forme di ambiguità derivanti, ambiguità laceranti. Potenze aerodinamiche, potenze liberali, potenze in grado di cambiare qualcosa, di cambiare o rinnovare una tendenza troppo spesso difficilmente proletaria. Per i Prozac +, una svolta volta al positivo, per la gente e il pubblico di questo gruppo, una non novità veritiera, una falsità ancora da raccontare, dinamiche diverse e contrastanti, ma pur sempre piene di riavvolgimenti istantanei. Da sentire a tutti i costi le seguenti e pregevoli canzoni, "Luca", "Dove sei" e "Mi Mandi Fuori"...Un nuovo ciclo è appena iniziato, una nuova vita deve ancora arrivare. Voto:8

Luglio/Agosto 2004 a cura di Eugenio Nesci

http://www.ondalternativa.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=30
E' uscito il 28 maggio Gioia Nera , il nuovo album dei Prozac+.
Sinceramente avevo abbandonato nel dimenticatoio questo gruppo dopo il grande successo di "Acido acida", ma dopo che un giorno ascoltando RockFM ho sentito "Luca" mi si e' acceso qualcosa dentro che mi ha spinto ad interessarminuovamente a questo gruppo riprendendo anche i precedenti album.
Devo dire che rispetto ai precedenti lavori gia' ad un primo ascolto ci si accorge che le sonorita' non sono propriamente le stesse a cui il gruppo di Pordenone aveva abituato i propri fans. Ci sono maggiori influssi di elettronica (come hanno infatti dichiarato gli stessi Prozac le sonarità dell'album prendono spunto dalle atmosfere del movimento elettronico dark degli anni '80) ed un accentuato uso della drum-machine (che mi ricorda molto i Sister of Mercy) pur rimanendo fedeli a certi must, come, ad esempio, la forte presenza di una graffinate chitarra sempre al centro della scena e la voce di Eva a dare un tocco in piu'.
Per cio' che rigurada i testi gli argomenti che il trio ci propone non si discostano molto da cio' che ci avevano gia' presentato nei lavori precedenti. A farla da padrone sono testi semplici ma molto diretti in cui i problemi adolescenziali ma anche profonde riflessioni introspettive la fanno da padrone, a questo proposito molto interessante "Sono un'immondizia", "Occhi a spillo" (singolo che avrebbe dovuto essere inizialmente il primo singolo) e indubbiamente anche "Luca" primo singolo tratto da quest'album, gia' in programazione su moltissime radio e che possiamo ammirare anche in TV.
Tra i 12 brani che compongono la scaletta è stata inserita la versione acustica di "Stonata", un brano già edito nel 2000 tratto da "3 Prozac+", il terzo album del gruppo.
Una curiosita', per concludere, l'ultima traccia non e' una vera e propria canzone ma bensi' sono dei pezzi di una canzone che ancora non esiste e per questo i Prozac+ invitano i loro fan a cimentarsi nel comporre una canzone con le basi proposte..
Aggiunto: June 18th 2004 Recensore: Paolo

http://www.max.rcs.it/musica/cd/schede/2004/08_agosto/prozac.shtml
Prozac+ - "Gioia Nera"
Lo straordinario e per certi versi inatteso successo di "Acido-Acida", tormentone post-punk di qualche anno fa, non ha probabilmente dato loro ragione. Nel senso che ormai i Prozac+ sono quasi perseguitati dal quel refrain e diventa difficile scollarsi dal proprio passato, e andare avanti; soprattutto quando le idee ci sono e rischiano di restare inascoltate sotto il frastuono del singolo che tutti conoscono e vogliono. In "Gioia Nera" ci sono i brandelli dell'energia che faceva parte di quell'album e che in gran parte è rimasta ingiustamente nascosta, ma anche qualche buona novità. Il tutto confermando lo stile narrativo magari un po' ripetitivo di GianMaria, però sempre molto concreto, e la voce stralunata di Eva che risulta sempre più un marchio di garanzia. La novità sta in un pizzico di elettronica, che compare senza troppi trionfalismi in alcune canzoni più che in altre, e in una ricerca che porta i tre Prozac+ molto vicini a Muse e Placebo. Un pop-punk che si tinge di new wave e persino di dark a tratti. E per un gruppo che ha costruito il proprio successo intorno alla capacità di suonare tre accordi in rapida successione è un ulteriore salto di qualità. Senza che questa caratteristica sia negativa, è chiaro. Prima di loro, con tutto il dovuto rispetto, lo hanno fatto anche Sex Pistols, Ramones e Green Day. Tra gli episodi più coinvolgenti "Occhi a spillo" e la divertente "Sono un'immondizia" nella quale GianMaria rivela anche le qualità di cantante.


http://musica.virgilio.it/extra/prozac/
Per Gioia nera, il loro ultimo lavoro, i Prozac+ hanno scelto di avvicinarsi al mondo dell’elettronica. Le sonarità dell’album prendono spunto infatti dalle atmosfere del movimento elettronico dark degli anni ’80 rivisitate naturalmente in stile Prozac+.Gioia nera è un viaggio alla ricerca del “buono” nel “cattivo” attraverso i sentimenti e l’inquietudine dell’essere. Da qui nascono “Occhi a spillo”, “Sono un’immondizia”, “Mi mandi fuori” e “Gioia nera”.
Tra i 12 brani che compongono la scaletta è stata inserita la versione acustica di “Stonata”, un brano già edito nel 2000 tratto da 3 Prozac+, il terzo album del gruppo.
Originale e interessante infine l’idea che ha dato vita a “Fai da te”, una traccia scomposta in cui le basi sono campionate ma non assemblate per dare la possibilità agli appassionati di cimentarsi nella creazione di una versione personalizzata. Completano l’album " Luca", primo singolo, "Se non ci fosse più”, “Una farfalla nera in sogno”, “Dove sei”, “Più niente” e “Sono così”.Tuffati nel mondo dei Prozac+! 26 maggio 2004 http://www.glamouronline.it/cont/030mon/032new/321new/0406/0400/default.asp
TORNANO I PROZAC+
E lo fanno con Gioia nera. Questo il titolo ossimoro del loro nuovo album, in uscita il 28 maggio. Avranno cambiato il loro inconfondibile sound? Per farsi un’idea, il primo singolo Luca. On air da fine aprile.
Info: www.prozacweb.com

http://www.musicgel.it/personaggi_/prozac.html
Scatenano da ormai dieci anni migliaia di giovani. E oggi anche i meno giovani. Appassionati di un rock nuovo, estremo. Dopo AcidoAcida, dopo tanti album, rieccoli con il singolo Luca e l’album Gioia Nera.di Riccardo Sada Era il ‘95 quando a Pordenone nascevano i Prozac+. Il nucleo originale comprende già Gian Maria, Eva ed Elisabetta. In estate, dopo soli tre concerti, il gruppo veniva ingaggiato dalla Vox Pop, all’epoca la più titolata etichetta indipendente italiana. L’anno successivo usciva il primo album, Testa Plastica, dal quale venivano tratti i singoli Niki e Pastiglie, che ottenevano l’unanime plauso della critica ma non il meritato riscontro di vendite a causa di problemi di distribuzione. In compenso, i numerosissimi concerti tenuti dalla band su e giù per l’Italia scatenavano l’entusiasmo di migliaia di giovani (e meno giovani) appassionati. In ottobre, il cd veniva ristampato: 2000 copie per una edizione limitata in vinile formato 10 pollici con l’esclusione del brano Niente. E’ il 97. L’interminabile tour promozionale dell’album, che nel frattempo è stato nuovamente ristampato in cd con l’aggiunta di una cover di Gone Daddy Gone dei Violent Femmes, si conclude in estate: i Prozac+ hanno effettuato duecento concerti per un totale di oltre 500mila spettatori. Esce anche un cd single con Baby, Diversi e una cover di What Do I Get? dei Buzzcocks. “Stampato in poche centinaia di copie, sparisce immediatamente dai negozi”. Va a ruba. In settembre arrivano il contratto discografico con la Emi Music Italy e l’invito a fare da spalla agli U2 nelle due tappe italiane (Roma e Reggio Emilia) del loro Pop Mart Tour. Nel ’98, da gennaio, il singolo e la clip di Acida diventano veri tormentoni in radio e tv e spingono il secondo album AcidoAcida verso il traguardo di oltre 160mila copie vendute. Al clamoroso successo concorrono altri due singoli (Colla e Gm) e soprattutto la sessantina di date della tournée, che radunano più di 130mila persone in delirio. Ai concerti, e tramite il sito Internet, si può acquistare un’edizione speciale di AcidoAcida, un picture-disc in vinile dalle mille copie di tiratura contenente l’inedito Sognare e la cover di What Do I Get? al posto di Quore e Quando Mi Guardo. Anno 1999. I Prozac+ si concedono un periodo di meritato riposo, interrotto da alcuni applauditi concerti in Spagna. Parallelamente, avviano in scioltezza i lavori per il nuovo album, che entrano nel vivo dopo l’estate. Nel 2000, preceduto dal singolo Angelo, esce il 24 marzo il terzo album, intitolato 3 Prozac+. Nel 2002, il 25 gennaio esce il singolo Il Mmondo di Piera cantato da Gian Maria Accusani, che battezza il quarto album inedito, Miodio, del 15 febbraio. Nel 2004 è il momento di Gioia Nera, uscito lo scorso 28 maggio. Intervista ai Prozac+
Eccoli allora, Gian Maria, Eva ed Elisabetta, reduci da un concerto a Nova Gorica in Slovenia per l’ingresso della nazione nella nuova e allargata Europa. Che spiegano il loro Gioia Nera. Parlano quasi in coro. “Contiene 12 brani inediti che spaziano dall'inconfondibile stile Prozac+ sonorità decisamente nuove per il gruppo stesso. Il risultato è un insieme molto più vario rispetto ai lavori precedenti”. Lungo il vostro intervallo… “Siamo rimasti fermi un anno a riposare. C'è stata una crisi del settimo anno, che abbiamo risolto accettando le persone che convivono e forse anche questi due ultimi anni di pausa discografica sono serviti a farci tirare il fiato. Siamo cresciuti negli anni”. C’è un’altra crisi, quella del disco. “La crisi c'è ed è pesante e la situazione è difficile, amara; su tutto quello che va”. Ma perché anche voi, come tante indie band, non vi fate la vostra etichetta indipendente? “Noi abbiamo un contratto come artista, con la Emi. Ci troviamo bene così. Perché cambiare”. Luca? “E’ il nuovo singolo. L'abbiamo scelto perché era forse il miglior biglietto da visita all’inizio, quando eravamo intenti a buttare giù le prime idee per l’album. Così lo abbiamo scelto. Luca romanza una storia vera”. E il nuovo singolo, quale sarà il dopo-Luca? “Forse Sono Un’Immondizia”. Nuovi componenti in arrivo o starete sempre in tre? “Non escludiamo interventi e collaborazioni”. Concorrenza? “In Italia del nostro genere c'è ben poco, il settore nostro è poco considerato e ha poco spazio. Nel mondo c'è una esplosione di commerciale e ora in modo assoluto. In America poi ad esempio certe cose di nicchia hanno sempre meno spazi. Anche in Italia è così: oltre al easy listing c’è il nulla”. Ma i Prozac+ sono… commerciali? “Le cose che facciamo sono facili o talvolta meno facili. Non dipende proprio da noi: crediamo dipenda da chi sta nelle radio e chi sta ai giornali, al gusto”. E quelli che si aspettano un nuovo AcidoAcida? “Quella era una canzone e basta e non puoi fare sempre le stesse cose nella vita. Siamo fortunatissimi di fare cose nuove. La nostra espressione artistica, poi, se incontri il gusto delle persone, se la passa meglio”. Da luglio in poi inizierà il tour per promuovere il disco. “Esatto. Faremo tante date. Smentiamo le voci invece secondo cui vorremmo fare delle versioni in altra lingua, come l’inglese, per questo nuovo album”. Che tipo di musica ascoltate? “Un po' di tutto”. L’ultima traccia dell’album è Fai da Te: ce la raccontate? “Sono sample, campionamenti che mettiamo a disposizione dei fan. L'editing è una tecnica e anche un'arte, si è sempre fatto e con mezzi diversi anche in passato. Abbiamo pensato di mettere a disposizione i campioni di Fai da Te per far divertire i ragazzi”. http://www.newsic.it/php/2body_internewsic_dettaglio.php?codice=49DIECI ANNI DI PROZAC +
Nascono nel 1995 A Pordenone, la formazione comprende già Gianmaria Eva ed Elisabetta. Nel 1996 esce il primo album Testa Plastica, dal quale sono tratti i singoli “Niki” e “Pastiglie”, che ottiene l'unanime plauso della critica, i numerosissimi concerti tenuti dalla band su e giù per l'Italia scatenano l'entusiasmo di migliaia di appassionati. 1997 Esce anche un CD-single con “Baby”, “Diversi” e una cover di “What Do I Get?” dei Buzzcocks: stampato in poche centinaia di copie, sparisce immediatamente dai negozi.In settembre arrivano il contratto discografico con la Emi Music Italy e l'invito a fare da spalla agli U2 nelle due tappe italiane (Roma e Reggio Emilia) del loro "Pop Mart Tour". 1998 Da gennaio, il singolo e il video-clip di “Acida” diventano veri "tormentoni" in radio e tv e spingono il secondo album AcidoAcida verso il traguardo di oltre 160.000 copie vendute. Al clamoroso successo concorrono altri due singoli “Colla” e “GM” . 2000 Preceduto dal singolo “Angelo” esce il terzo album, 3 Prozac+. Seguito dai singoli “Superdotato” e “Cagna”. 2001 In attesa della pubblicazione del nuovo album, i Prozac+ decidono di fare un regalo a tutti i fans mettendo a disposizione, in download gratuito, la cover del brano "Tainted Love". Un successo annunciato, migliaia di ragazzi scaricano il brano dal sito di Lycos. 2002 Preceduto dal singolo "Il Mondo Di Piera” esce il quarto Album, intitolato Miodio, da cui viene estratto anche il singolo: "Un minuto per sempre". Nel 2004 I Prozac+ hanno ultimato la registrazione del Nuovo Album, GIOIA NERA. E’ già uscito da questo album il primo singolo: “Luca!”. Ecco l’intervista a Gianmaria. Questo album viene descritto come diverso dai precedenti, ricco di atmosfere anni ’80, Dark… Sono influssi che siamo riusciti a mescolare con la nostra musica in modo piuttosto naturale. E’ normale che chi abbia vissuto quegli anni ne venga prima o poi influenzato, è anche un po’ nell’aria ultimamente. Credo che anche i più giovani, cultori di un certo tipo di musica, cerchino le radici e quindi conoscano necessariamente certi gruppi storici. Quindi ci sarà un buon supporto di elettronica, chi di voi ha curato questo aspetto? Mah, alla fine a nessuno di noi tre è estraneo questo mondo, tutti ci siamo scontrati con la tecnologia. Abbiamo inserito qua e là qualcosa di elettronico, specialmente nella batteria. Poco, comunque, per non snaturare il nostro suono. Il tutto è stato tradotto dal nostro gusto. Dopo dieci anni di Prozac+, tante soddisfazioni e momenti meno facili, come vedi il vostro percorso? Fare il musicista è molto bello, è un sogno che si realizza. I momenti migliori sono quelli che ti caricano. Mentre nei momenti più difficili non hai nessun rientro e a volte non capisci neanche come funzioni. Impari ad accettare e convivere con questo strano mondo che è la musica. Quindi al quinto album, cosa cambia? Siamo cresciuti e forse siamo più tranquilli, proprio in questo senso, saper accettare alti e bassi, convivere con quello che capita. Un pezzo come “Acida” è difficile da avere nella propria storia? Sono molto grato a quel pezzo per tutto ciò che ci ha regalato, ma a volte è difficile rapportarsi con una canzone così perchè tutti si aspettano che rifaccia qualcosa del genere. Ma dopo riesci a metabolizzare questa fase e capire che non è così. Come mai non avete mai avuto un batterista ufficiale? Siamo nati in tre, poi io nasco come batterista e quindi tutto gira su di noi. C’è un interscambio di ruoli molto forte, che ci permette di non averne bisogno. Ad esempio in questo disco ho suonato io quasi tutte le batterie. E’ difficile convivere con due donne? E’ molto bello, la sensibilità femminile è qualcosa di molto diverso da quella maschile, è dotata di equilibri diversi. Penso che dopo 10 anni mi sembrerebbe strano il contrario. Pordenone, com’è a livello musicale? Il muovimento musicale c’è. Negli anni ’80 era molto più viva, c’erano molti gruppi alternativi. Hai la fortuna che le nuove mode ti condizionino meno; non so rispetto a Milano, dove tutto ti arriva prima rispetto a posti più piccoli. Qual è il vostro rapporto con internet? E’ sempre stato un mezzo utile per noi per diffondere la nostra musica. In questo album ad esempio ci sarà l’ultima traccia del disco “Fai Da Te” che è composta da due o tre linee di basso, due o tre tracce di chitarra, linee vocali e tracce di batteria. Le persone avranno modo scaricando un programma semplicissimo di farsi da soli una canzone. Stavamo pensando di fare uno pseudo-concorso sul sito… La fase live con queste incursioni elettroniche del nuovo disco come la immaginate? Sarà la prima volta che il disco avrà caratteristiche proprie rispetto al live. Ci stiamo pensando.
(Paola Andreoni)

http://www.facts.ch/dyn/magazin/musik/408312.html
Prozac+ «Gioia nera»
Rock: Unerhört
Sie lieben das Spiel mit Widersprüchen. Ihre Musik ist von sinnlicher Synthetik, die Texte unterwandern sich gleich selbst: «Gioia nera» heisst das fünfte Album des Trios aus Pordenone, schwarze Freude. Es bricht die Melodieseligkeit des Italo-Schlagers mit dreckigen kleinen Loops, stört rüden Punk mit fiesen Electronica. Prozac+ erweitern mittels kleiner Verschiebungen die Wahrnehmung, aus «tacchi a spillo», Stöckelschuhen, werden «occhi a spillo»: «Schau mich nicht so an mit deinen Stöckelaugen.» Songs, die wehtun. Und doch gefangen nehmen. bf Label: Emi http://www.diradio.it/files/index.cfm?id_rst=6&id_art=28&idr=28247
PROZAC+: GIOIA NERA

http://www.diradio.it/files/index.cfm?id_rst=6&id_art=28&idr=28247
Quinto album per la band di Pordenone In vena di arricchire il proprio sound, il trio di Pordenone (Eva, Gian Maria ed Elisabetta) ha disseminato Gioia nera di sonorità e atmosfere che rimandano direttamente al movimento elettronico dark degli anni ’80, non rinunciando ovviamente alle sfuriate punkeggianti delle chitarre elettriche. L’esigenza di questo mondo sonoro è arrivata in modo spontaneo, non certo per colmare eventuali carenze degli album precedenti.
Oltre al singolo Luca, spicca Più niente, brano dal testo struggente cantato da Gian Maria.
Nell'album c’è un ulteriore generale approfondimento e una sempre maggior maturità compositiva che delizierà i fan con pezzi divertenti e a presa rapida che in definitiva non stancano neanche troppo facilmente.
Che poi l’originalità sia altrove è risaputo, e Gioia Nera è esattamente quello che ci si può aspettare. Per DiRadio: Enzo Mosca

http://digilander.libero.it/davidec81/recensioni/prozac.htm
Era il 98 quando "AcidoAcida" diede una svolta alla carriera dei Prozac +, 160.000 copie vendute, due date di spalla agli U2 e una presenza fissa nelle playlist e classifiche italiane. Un successo così grande che ha fatto passare in sordina i lavori successivi che, nonostante alcuni singoli di certo meritevoli, non sono stati altrettanto gratificanti in termini di vendite. Era quasi necessario un netto cambiamento e così è avvenuto con questo ultimo album che abbandona in parte le sonorità adolescenziali dei vecchi lavori per allargare i propri confini verso un ambito dark/rock, meno "acido" e più paranoico. Operazione riuscita? Direi proprio di sì, "Gioia Nera" ha bisogno di parecchi ascolti per entrarti in testa ma poi vengono fuori tutte le sue qualità, parecchi i brani notevoli, dal primo singolo "Luca" all'intensa "Stonata acustica" passando per "Sono un immondizia", cantata da Gian Maria. A differenza degli altri album le musiche ricalcano maggiormente il senso di desolazione e malessere trattato dai testi, come sempre profondi e intelligenti che, pur essendo quasi monotematici (la droga e i problemi ad essa connessi ricorrono in quasi ogni brano), non risultano mai banali; non saranno i primi a parlare di queste cose ma l'intensità con cui ne parlano ti fanno capire come abbiano vissuto queste esperienze in prima persona; con questo album i Prozac tirano fuori tutto quello che hanno dentro e senza nascondersi dietro metafore o giri di parole lo affidano ai loro ascoltatori con una sincerità disarmante. Fatene buon uso.

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vari articoli scansionati da Fuzzy! da tutto, un depliant, musica, e l'arena

Articolo tratto da Tribe Magazine n°70 - Agosto 2004 , scansionato da Rico+
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