Salve Preside,

scrivo su questo foglio, sapendo che vuole parlarmi, in modo che le sia(e mi sia)più facile comprendere me e la situazione emotiva che sto passando in questo periodo. Presumo che lei sia preoccupato per il mio comportamento illogico
(illogico secondo lo schema mentale che la società odierna impone: lavorare o studiare, se si studia bisogna applicarsi e mettersi in competizione per raggiungere i risultati, sono i risultati che contano, il diploma, la laurea; ma sono solo un vuoto involucro/obbligatorio però se si vuole inserirsi nella società/perché non interessa la formazione mentale- emotiva- spirituale ma interessano solo i “risultati”, ma a cosa servono se l’individuo non si è formato e non pensa con la sua testa? NON si pone dei problemi,delle domande…ma vive ad imitazione delle altre persone perché gli dà sicurezza, uniformarsi alla massa e alla regola,pensando di sapere(Socrate docet:”SO DI NON SAPERE…”), vivere e comportarsi secondo un modello prestabilito, basato sull’egoismo e sul tornaconto personale, sull’etichettare ed affibbiare cartellini, vivendo immerso negli stereotipi e pregiudizi e schemi mentali antichi e obsoleti che non si confanno al presente /e che presente…/, minando la tua libertà di pensiero, la tua naturalezza, il tuo istinto nel comportamento),
ma come si fa a voler affibbiare il termine “logico” a qualcosa quando è l’esistenza per prima a essere priva di significato? Qual è il senso della vita? (Io l’ho chiesto a varie persone, di diversi ceti e strati sociali, di diverse età e diverse formazioni culturali; e tutti mi hanno risposto in modo differente /anche se era comune un senso di miglioramento interiore/ ma io penso che “il
senso della vita” debba essere universale per tutte le persone di ogni tempo e luogo e non sia personale ed egoistico…)secondo un concetto prettamente naturale, l’uomo, come ogni essere vivente, nasce- si riproduce-muore (riprodursi? Ebbene è questo lo scopo della vita? Tutto fatto in nome della sopravvivenza della specie?)… ma qualsiasi ordine naturale d’equilibrio sub-inconscio l’uomo lo ha già infranto, continua a riprodursi e distruggere il proprio ( e di tutte le
altre forme di vita) ambiente naturale,siamo sei miliardi(in espansione…) e le risorse non bastano già adesso, gli USA che non sono che una piccola parte dei sei miliardi sfruttano da soli più della metà delle risorse. Almeno facessimo come i “lemming” (piccoli roditori) che quando incominciano a essere troppi per le risorse a disposizione e rischiano di incrinare l’equilibrio naturale ,scatta l’istinto (oh ,potesse scattare nell’uomo…) e si dirigono in massa verso il mare, suicidandosi, riequilibrando la situazione.
Ma secondo questo concetto allora gli anziani sarebbero inutili parassiti, così come chi non si riproduce…
Ma il problema, nella ricerca del senso della vita, è il rischio di impazzire per uso eccessivo di facoltà mentali, pensando, non facendo altro tutto il giorno(andare a scuola o lavorare sono distrazioni del pensiero …)
Ci si perde in pozzi oscuri e profondi dell’animo umano, ci si deprime, si vive in balia del non-senso, dell’illogicità, delle coincidenze, delle ansie, delle paranoie, si cerca di dare un senso(utopisticamente) alle cose. Ma come si fa a dare un senso alla vita(per tornare al discorso iniziale) sapendo che siamo impotenti verso lo svolgersi degli eventi, la caducità delle cose, della vita, l’entropia? Potrei morire da un momento all’altro e non posso farci niente, potrei essere investito, potrei avere un infarto ,un aneurisma, un tumore(pessimista? fatalista? semmai realista!) e questo pensiero mi fa impazzire, mi spegne ogni ambizione( o quasi…) perché dovrei stare sei ore seduto in un posto per un piacere che potrò provare solo in un futuro incerto, è un incognita, è un caso, si nasce per caso e si rischia di morire per caso, il tutto in funzione di nessuna logica. Con che coraggio mi dicono di non fumare,sapendo che a me da piacere? Va bene il tabacco nuoce gravemente alla salute, ma in gran quantità, qualsiasi cosa se ecceduta fa male(mangiare troppo- bere troppo- dormire troppo- correre troppo ecc.ecc…) quindi bisogna vivere cercando un equilibrio su qualsiasi cosa.
L’unica cosa che dà un piccolo senso alla vita è il piacere,provare piacere(e anche qui bisogna equilibrarsi), ma sapendo quanto è effimera la vita perché dovresti rinunciare a un piacere presente, che sia certo,(anche se piccolo) per un piacere futuro, incerto(anche se grande). Penso di dare perfettamente ragione alla concezione filosofica(l’Edonismo) secondo la quale il piacere è il bene sommo dell’uomo e il suo conseguimento il fine esclusivo della vita…qualsiasi atteggiamento estetico o sistema di vita motivato dalla ricerca del piacere.
E siccome sono troppo emotivo rimango sconvolto da emozioni troppo forti, ed avendo provato da poco che cos’è l’amore ed avendolo perduto sono entrato in crisi sociale- spirituale- mistica , e non sono proprio nello stato mentale di sottomissione che la scuola impone.
Quindi anche se so che serve per il mio futuro(Futuro? Meglio bruciare subito che appassire lentamente!) e per il mio bene…ci rinuncio, MOMENTANEAMENTE, perché preso troppo da questi confusi stati mentali e questa ricerca del piacere e di cosa voglio dalla vita(un senso?).
Tanto ritengo che l’erudizione la si amplia in molti modi e pensare che esista solo la scuola per il sapere è limitativo,riduttivo e sbagliato!
Ok, il problema non è l’erudizione, ma avere sbocchi nella società, trovarsi un lavoro, avere una vita decente, una casa, non voglio nulla di tutto questo, sia per incompatibilità di carattere tra il mio e quello che mi impone la società (certo, il massimo sarebbe riuscire a infiltrarsi nella società, e poi smontarla dall’interno, /come Alex alla fine del film ORANGE CLOCKWORK di Stanley Kubrick/ ma è troppo faticoso e lo lascio fare a chi ha questo sogno utopico). Per questo il mio ideale di vita è viaggiare, per il mondo, imparando tutto, conoscendo nuovi e diversi schemi di pensiero, scoprire posti e luoghi, conoscere persone, imparare, vivere (per capire bene il mio concetto di vita nel futuro dovrebbe leggere il tema che ho svolto a scuola la scorsa settimana, sul viaggiare…) ai margini della scocietà come insegna Diogene fondatore della scuola di pensiero del “cinismo”, dal greco “Kyon”, cane:”l’animale vagabondo che vive nelle periferie, libero”. Diogene di Sinope (413-324 a.c. circa) è assunto a simbolo della spregiudicata indipendenza verso le istituzioni e i potenti. Diogene rifiuta le pastoie delle convenzioni e dei doveri, la falsità delle convenzioni sociali. Propone un ritorno alla natura, al dominio di sé come condizione per la libertà e la felicità. Il cinico deve sapere controllare se stesso per imparare a fare a meno del superfluo, di tutte le esigenze che ci rendono schiavi.
Diogene diceva di Platone: ”A che può essere utile un uomo che ha impiegato tutto il proprio tempo a filosofare senza mai dar fastidio a nessuno? Agli altri il giudizio.”Secondo Diogene:”i discorsi di un filosofo devono essere intrisi di quella dolcezza acre che può mordere le umane ferite”. Il cinico pratica in modo incisivo la saggezza…rognoso, errante, amico delle stelle (il suo tetto…) finta le vie strette che conducono alla virtù.
Questo è quanto.
Scusi l’incoerenza, la presunzione, le contraddizioni, l’ipocrisia e l’egocentrismo presenti. Scusi anche le lunghissime parentesi.

Saluti, Andrea Venturi

(vita tipo kintaro oe di golden boy)

oi ma kome si fa a sapere date concerti prozac? e ad avere una majetta? ecc?

Elisa

ciua

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